A casa, per una cura temporanea, si possono utilizzare il paracetamolo o FANS. Come si legge anche tra le righe del quotidiano Repubblica, entrambi i medicinali possono essere utilizzati in caso di febbre o dolori articolari o muscolari (a meno che non esista una chiara controindicazione all’uso). Altri farmaci sintomatici potranno essere utilizzati solamente su giudizio clinico. L’uso dei corticosteroidi è raccomandato nei soggetti ospedalizzati con malattia COVID-19 grave, che necessitano di supplementazione di ossigeno. Tale raccomandazione si basa sul fatto che attualmente esistono evidenze di un benefico clinico di tali farmaci solo in questo setting di pazienti/fase di malattia. Si sottolinea, inoltre, che nella fase iniziale della malattia (nella quale prevalgono i fenomeni connessi alla replicazione virale) l’utilizzo del cortisone potrebbe avere un impatto negativo sulla risposta immunitaria sviluppata.
L’uso dei corticosteroidi a domicilio può essere considerato in quei pazienti il cui quadro clinico non migliora entro le 72 ore, se in presenza di un peggioramento dei parametri pulsossimetrici che richieda l’ossigenoterapia. È importante infine ricordare che in molti soggetti con malattie croniche l’utilizzo del cortisone può determinare importanti eventi avversi che rischiano di complicare il decorso della malattia virale. Valga come esempio a tutti noto, quello dei soggetti diabetici, per i quali sia la presenza di un’infezione, sia l’uso del cortisone possono gravemente destabilizzare il controllo glicemico.
Ma quando è necessario il ricovero? Quando la situazione sta precipitando. Questo per non affollare gli ospedali. Nel momento in cui, ad esempio, la saturazione dell’ossigeno scende al di sotto al 92% oppure se si ha febbre alta continua oppure un'improvvisa mancanza di ossigeno e mancata respirazione.