CORONAVIRUS: è ALLARME NEVE, i gestori temono di NON riaprire gli IMPIANTI. Ecco perché


CORONAVIRUS: è ALLARME NEVE, i gestori temono di NON riaprire gli IMPIANTI. Ecco perché

E' ALLARME NEVE, i gestori temono di NON riaprire gli IMPIANTI

E' ALLARME NEVE, i gestori temono di NON riaprire gli IMPIANTI
Se negli anni scorsi l'INCUBO apertura impianti sciistici scaturiva dalla mancanza di NEVE, quest'anno si dovrà tenere conto anche di un altro fattore. Quale? Il CORONAVIRUS. I gestori temono di non potersi garantire un business sufficiente, dovendo osservare rigide norme anti-virus. Il problema è arrivato in parlamento.

Nuove misure per permettere l'apertura degli impianti sciistici durante la stagione invernale, nel rispetto della sicurezza imposta dalla lotta alla pandemia, "sono all'esame del Comitato tecnico scientifico". Lo ha annunciato la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, durante il question time alla Camera, in risposta a un'interrogazione che chiedeva di conoscere l'esito delle proposte avanzate dagli operatori del settore (riuniti dall'Anef) per affrontare la stagione turistica invernale, scongiurando il fermo delle attività che impiegano circa 12 mila addetti in modo diretto con un fatturato di 1 miliardo e 200 milioni di euro l'anno.

E quindi si vaga nelle incertezze. La risposta della ministra arriva dopo che le associazioni di settore hanno provveduto a sottoporre all'attenzione del governo alcune proposte di modifica delle linee guida ed aggiornamento. Quali sono le MISURE? Oltre all'obbligo per gli utenti di indossare a bordo una mascherina di comunità e all'obbligo di disinfezione sistematica dei mezzi, la limitazione della capienza massima di ogni mezzo, per garantire il distanziamento interpersonale di un metro.

Sulla questione arriva il plauso di Silvia Fregolent, capogruppo della commissione ambiente della Camera (Italia Viva), ha commentato: “La ministra De Micheli ha appena dato una notizia positiva: la richiesta di confronto dell’Anef. Fra poco deve partire l'innevazione artificiale, che comporta costi per milioni di euro. Gli operatori per questo devono sapere se aprire gli impianti oppure no”. L’invito è copiare un modello che funziona, quello dell’Austria, il paese dove lo sci è la religione di stato. Le regole degli austriaci sono più morbide per il tragitto sulla pista e, invece, severe per la parte ricettiva dei bar e delle baite, dove il rischio contagio è elevato.

Tra poco mese di un mese la stagione bianca apre i battenti e, in difesa di tutto il sistema montagna, è sceso in campo il presidente della federazione sport invernali Flavio Roda: “Facciamo chiarezza. I nostri sport prevedono automaticamente il distanziamento. In più gli sciatori sono già molto protetti da guanti, occhiali, abbigliamento pesante, protezioni per bocca e naso e spesso anche il casco. Si tenga conto poi che si tratta di sport che si praticano all'aria aperta, in montagna, l'ambiente più sano”. La stagione è a rischio, mentre Cortina si prepara ad ospitare i Mondiali di febbraio, prima passerella in vista delle Olimpiadi del 2026.