Brescia: i genitori le vietano i social, lei si uccide a 14 anni; i fatti


Brescia: i genitori le vietano i social, lei si uccide a 14 anni; i fatti

Ragazza di 14 anni ha preferito morire, piuttosto che vivere senza social

I genitori le vietano i social, lei si uccide a 14 anni

I genitori le vietano i social, lei si uccide a 14 anni
Un NO categorico che ha portato una ragazzina di 14 anni ad un gesto folle, drammatico. La triste vicenda arriva da punta Sasso, sotto la rocca di Manerba, in provincia di Brescia.

Nella giornata di giovedì 12 maggio, una ragazza di 15 anni si è tolta la vita. I carabinieri hanno trovato nel suo zainetto alcuni messaggi, in cui la giovane avrebbe scritto del suo male di vivere, con un pensiero rivolto anche ai suoi familiari. I militari stanno ora indagando sugli ultimi giorni di vita della giovane, che frequentava un liceo del Basso Garda. La salma si trova in ospedale per tutti gli accertamenti del caso.

I genitori, così come riportato dal Corriere della Sera, le avevano vietato l'utilizzo dei social, da Facebook, a Instagram e Tik Tok. Lei non accettava quell'imposizione, forse unica tra tutte le compagne e i compagni a non poter avere accesso alle piattaforme per la socializzazione. E ha deciso che senza i social non valeva la pena continuare a vivere, niente poteva ancora avere senso, e si è gettata nel vuoto. Sabrina, nome di fantasia, ha scelto di non continuare a vivere la vita reale e si è lanciata da una montagna. Il dramma si è consumato verso le 13. Anna ha raggiunto lo spiazzo dove forse era già stata in precedenza in gita e ha lasciato il suo zainetto vicino a un masso, assicurandosi che non potesse cadere perché ci teneva che il contenuto non andasse perso. All’interno c’erano delle lettere, scritte per i familiari forse la sera prima, forse preparate già da giorni.

Nello zainetto anche il cellulare che è stato sequestrato su disposizione del magistrato di turno. A dare l’allarme sono stati alcuni turisti che l’hanno vista precipitare. Sul posto sono accorsi i carabinieri competenti sulla zona, e il personale del 118, ma per la ragazzina non c’è stato nulla da fare, i medici non hanno potuto fare altro che constatare il decesso: ha preferito morire, piuttosto che vivere senza social.