METEO: l'incertezza PREVISIONALE, ecco come FUNZIONANO le previsioni del TEMPO


METEO: l'incertezza PREVISIONALE, ecco come FUNZIONANO le previsioni del TEMPO

Le PREVISIONI meteo, SEMPRE più complesse. Una SFIDA difficile da affrontare

L'incertezza previsionale, istruzioni per l'uso
L'incertezza previsionale, istruzioni per l'uso
Capita spesso, anzi è sistematico, tutti i giorni, che ci sia una previsione errata, specie su area specifica. E' il caso di dire: ma che ci stanno a fare le previsioni? Ovviamente no. Il sistema alla base di una previsione non è affatto perfetto e non può esserlo mai. Ma parliamo di calcoli matematici, di dati esatti in partenza, di super calcolatori che fanno decine di migliaia di miliardi calcoli al secondo…!
ERRORI PREVISIONALI - Come si può sbagliare? La complessità nel tracciare i movimenti e soprattutto gli effetti di una massa d'aria è enorme, anzi indefinibile. Partiamo da un concetto fondamentale. Si, è vero, i dati di partenza sono dati esatti, ma attenzione, ciò non vuol dire completamente reali.
Un primo intoppo può esserci proprio qui. Semplificando le operazioni e ponendo alla base di esse un solo valore complessivo, 10, i rilevatori lo danno nudo e crudo, cioè esatto. Quindi il modello matematico parte dal valore di 10, alle ore 00 di oggi, poi, calcolando tutte le variabili in gioco su una data area, arriva a sviluppare 50 alle 15,00 di domani su quell'area specifica. Il dato è esatto, matematico e deterministico, cioè non derivante dal caso, ma conseguente ad una rilevazione e poi calcolato sulla base di leggi ed equazioni specifiche dettate dalla meccanica classica. Circoscrizione area con transito di un fronte instabile
Circoscrizione area con transito di un fronte instabile

DIFFICOLTA' NEL REPERIRE I DATI - Ma siamo certi che il dato di partenza 10 sia del tutto reale? Gli strumenti di rilevazione possono avere delle sensibilità tali da permettere il millesimo di errore.. E se fosse 9,99999? Già cambierebbe tanto. Quel margine di errore iniziale, dopo miliardi e miliardi di calcoli può mostrarsi importante e creare una prima defaillance nel dato finale. Ma questo è solo uno dei punti deboli.
Immaginiamo di circoscrivere un'area di indagine, magari di alcune decine di migliaia di chilometri quadrati, come quella rappresentata nella prima immagine, nel settore del Nordest italiano. In linea di massima, appunto, può essere circoscritto l’ambito di azione della massa d’aria, in questo caso instabile, prevista transitare sull'area di riferimento, quella compresa tra le due linee tratteggiate in rosso. Dal possibile errore, anche millesimale rispetto al reale, nel dato iniziale, fornito pur esatto dalle rilevazioni, può derivare inevitabilmente una diversa traiettoria finale della massa d’aria, rispetto alla traiettoria tracciata. Ma le complessità enormi arrivano lungo il percorso.
CALCOLI COMPLESSI - Non è immaginabile, infatti, che il modello matematico riesca a calcolare tutte le sinuosità, derivanti da colline, montagne, pianure, valli, che la massa d’aria incontra nel suo percorso e che le imprimono una certa traiettoria ma anche effetti diversi da chilometro a chilometro. Ecco che, quindi, il dato deterministico iniziale, per necessità, diviene probabilistico via via, dovendo necessariamente mediare, ad esempio, l’orografia. Una metafora è d’uopo. E’ impensabile che il calcolatore, nell'indagare le variabili presenti sulla traiettoria della massa d'aria, simuli un serpente che striscia al terreno e che asseconda tutte le sue sinuosità.
Piuttosto, per ovvia semplificazione del calcolo e anche di tempo nel farlo (altrimenti non si finirebbe mai di calcolare), necessariamente il calcolatore deve simulare una rana che salta di qua e di là. Se l’obiettivo finale è la conoscenza da parte dei due animali, del territorio circoscritto e nel minor tempo possibile, quella della rana, si rivelerà senz'altro più completa, sebbene si trascuri qualche microarea. L’esempio serve a far capire che il modello matematico non può implementare tutti i minimi rilievi su un’area specifica, simulando una massa d’aria che striscia come un serpente, ciò comporterebbe calcoli infiniti. Fenomeni potenziali su area circoscritta
Fenomeni potenziali su area circoscritta

LA PAROLA D'ORDINE, SEMPLIFICARE- Per ovvia necessità, il modello matematico media i rilievi.
Il modello matematico, quindi, può, con buoni risultati, delimitare le aree interessate dal passaggio del fronte, circoscriverle con buon esito finale e spalmare potenziali piogge su quell'area di riferimento (colorazione in blu nella terza immagine).
L'IMPORTANZA DELL'OROGRAFIA - Ma tutte le variabili orografiche e non solo, che entrano in gioco nel momento reale nel quale transita il fronte, possono comportare un esito finale di piogge non proprio compatte come previsto. Aree di ombra pluviometrica, ad esempio, sono fisiologiche nel transito di un sistema piovoso, ma imprevedibili a scala locale. Esempio di ombra pluviometrica
Esempio di ombra pluviometrica

Una massa d’aria, come visibile nell'immagine sopra, può condensare più umidità del previsto, per fattori contingenti locali, su un rilievo sopravvento e ridiscendere sul fianco sottovento in forma più calda, prosciugando l’umidità e non consentendo pioggia anche ad un solo chilometro da dove è accaduto un temporale. Fenomeni reali su area circoscritta
Fenomeni reali su area circoscritta

CONCLUSIONI - Può aversi, nella sostanza, un esito finale delle piogge, come nella terza immagine. Ossia, area di massima interessata dalle piogge, più o meno quella preventivata, ma magari con alcuni settori non presi. Nell’esempio in mappa, non è piovuto a Padova, Udine, San Daniele del Friuli, Bassano del Grappa, Levico Terme, Belluno ect.. Ma molte piogge si sono riversate tutto intorno. La previsione non è sbagliata in linea di massima. A questo punto diviene una questione di buon senso. Non può un albergatore di Bassano del Grappa dire che si fa meteo avventata perché era prevista pioggia e non è piovuto, sapendo che a Castelfranco Veneto vi è stato un temporale.

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