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20:04 8 Ottobre 2015

Roma: centrodestra esulta. In campo Marchini-Meloni, dubbi Cav

(AGI) - Roma, 8 ott. - La prima reazione e' di soddisfazione. Del resto, ormai da tempo sia Forza Italia, che Lega e Fratelli d'Italia chiedono a gran voce le dimissioni del sindaco di Roma. Ma ora che la situazione e' precipitata e Ignazio Marino ha presentato le sue dimissioni da primo cittadino della Capitale, bisognera' rimboccarsi le maniche per cercare una soluzione unitaria e tentare di arginare il vento romano dell'antipolitica, che soffia a vele spiegate a favore del Movimento di Beppe Grillo. Per questo, anche se le ipotesi in campo sono ancora in una fase embrionale, potrebbe acquistare notevoli chance Alfio Marchini. Anche se, viene spiegato da fonti azzurre, ma anche vicine al Carroccio, il fatto che Marchini poco meno di un mese fa si sia autocandidato a sfidare i due 'Mattei' per la poltrona di palazzo Chigi fa storcere il naso nel centrodestra: non e' che ci ritroviamo una sorta di Ignazio Marino in salsa capitolina? E' il timore. Ovvero, se - al di la' delle battute e delle dichiarazioni politiche - il 'guaio' del sindaco dimissionario e' stato - si riflette - di essere troppo avulso dai partiti e dalla politica, e ritenersi un 'marziano' capace di rivoluzionare la Capitale senza ascoltare consigli, il rischio e' di ritrovarsi "in casa un altro esempio del genere". Insomma, e' troppo presto - viene spiegato - per tracciare una strategia chiara. Certo e' che in campo resta la possibile candidatura di Giorgia Meloni - lei pero' ha finora frenato - salutata con favore sia da Salvini che da Forza Italia, con Toti. Ma anche la carta Meloni non riscontra il favore di tutti. A Silvio Berlusconi, viene spiegato, non dispiacerebbe un outsider, alla stregua del sindaco di Venezia. O un esponente vicino a Forza Italia ma non etichettabile come politico di professione. Salvini, pero', ha gia' voluto mettere il cappello: "Ora la Lega e' pronta per far ripartire Roma", afferma. Un modo, viene sottolineato, per far capire agli alleati che la Lega vuole voce in capitolo. La partita su Roma, poi, potrebbe allargarsi e rientrare in un risiko piu' ampio di candidature. C'e', infatti, chi ipotizza che la casella del candidato al Campidoglio possa essere utilizzata come 'merce' di scambio per la partita sul dopo Pisapia a Milano, dove non e' un mistero che la Lega ha da tempo messo gli occhi. Ma tra i big azzurri che hanno proprio nella Capitale il loro bacino di voti, gia' inizia la rivendicazione di una sorta di diritto di prelazione sulla scelta del candidato e il timore di lasciare a Fratelli d'Italia una pedina cosi' importante. Una cosa e' certa, spiegano i fedelissimi del Cavaliere: le elezioni romane saranno una occasione per rilanciare il partito e puntare al ballottaggio, magari con i grillini. Perche', e' il ragionamento dell'ex premier con i suoi, il Pd a questo punto e' fuori gioco. Ma un'attenzione particolare sara' comunque data alle mosse d Renzi: se dovesse optare per Gabrielli, tanto piu' dopo un eventuale successo del Giubileo, allora lo scenario potrebbe cambiare. Insomma, troppo presto per fare ipotesi concrete, anche se al momento la bilancia oscilla tra i nomi di Marchini e Meloni. (AGI) .Vai sul sito di AGI.it

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