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06:49 1 Febbraio 2015

Pd: Metodo Mattarella rafforza riforme. Tensione FI non preoccupa

(AGI) - Roma, 1 feb. - "Che cos'e' il genio?", si chiedeva la voce narrante nel film Amici Miei, ambientato a Firenze, citta' natale e 'biglietto da visita' del capo dell'esecutivo. Una domanda che, dopo l'elezione di Sergio Mattarella al Quirinale, rimbalza anche in un Transatlantico quasi deserto, percorso dagli ultimi trolley. Il genio, spiegano unanimi sinistra e maggioranza renziana del Pd, e' un'intuizione: quella che ha portato Matteo Renzi a quota 665 voti per Mattarella, a un soffio dalla soglia che avrebbe consentito il caso rarissimo di una elezione alla prima votazione. Tanto basta perche' anche un oppositore interno come Alfredo D'Attorre riconosca "intelligenza, saggezza e lungimiranza" nell'operato del premier. In una sola mossa, Renzi e' infatti riuscito ad eleggere senza traumi un Presidente della Repubblica da lui proposto; ricompattare un partito che nelle ultime settimane faceva registrare inquietanti scricchiolii; riaprire il dialogo con le altre - rispetto a Forza Italia - opposizioni parlamentari; disinnescare il Patto del Nazareno, inteso come arma in mano ai suoi detrattori; rafforzare ancora di piu' le riforme. Nessun equivoco: maggioranza e opposizione dem sono concordi nel ritenere il percorso delle riforme, dalla legge elettorale alla riforma Costituzionale, "piu' blindato che mai". Certo, premette il deputato Walter Verini, "c'e' stato un momento di corto circuito che pero' e' stato cancellato, o per lo meno ridimensionato, oggi dall'aplauso corale" che si e' levato in Aula. "Ho visto anche Cinque Stelle alzarsi in piedi e applaudire", continua Verini. Questo, assieme alla "volonta' del parlamento tutto di proseguire nella legislatura", porta a dire che "il cammino delle riforme non si ferma perche' e' utile al paese". E poco contano le fibrillazioni in senso a Ncd e Forza Italia per il metodo: "e' una critica sbagliata perche' il Pd aveva l'onore e l'onere di formulare una proposta. Ammesso e non concesso che questo errore di metodo ci sia stato, il merito rappresentato dal nome diMattarella superava di gran lunga quelle obiezioni. Che per questioni di metodo si metta in discussione il cammino di cose fondamentali come le riforme non e' pensabile e non e' giusto". Riforme al sicuro, dunque, ma non si parli di 'nuova maggioranza' per le riforme: "Il Pd si e' sempre rivolto a tutti: dalla legge elettorale alle riforme costituzionali, si e' rivolto a tutte le forze del Parlamento. Alcune avevano risposto positivamente, altre avevano chiuso la porta. Adesso si spera di poter creare un clima di maggior confronto senza mettere in discussione alcuni rapporti". Dello stesso avviso Alfredo D'Attorre: "Io penso che" quelle che si registrano in Ncd e in Forza Italia, "sono posizioni che rientreranno. Anzi personalmente penso che il percorso delle riforme possa perfino uscire rafforzato dal metodo Mattarella, nel senso che quando il Pd fa proposte credibile si puo' trovare una larghissima maggioranza senza riconoscere a nessuno il potere di veto. E quindi le riforme possono andare avanti e lo faranno con metodo piu' parlamentare e meno segnato dal patto del nazareno. Su queste basi possiamo migliorare sia la riforma istituzionale alla camera sia la legge elettorale". In cosa consiste e, soprattutto, e' replicabile il Metodo Mattarella? Per D'Attorre non solo lo e', ma e' l'unica strada oggi percorribile: "Renzi ha fatto sul presidente della Repubblica quello che gli consigliavamo di fare sulla legge elettorale, ovvero fidarsi piu' del Pd. Gli va riconosciuta la saggezza e l'intelligenza di averlo fatto e, grazie a cio', oggi abbiamo un presidente autonomo e indipendente. E' molto soddisfatta la sinistra interna ma e' un buon giorno per tutto il Pd. Seguendo questo metodo potremo molto migliorare le riforme istituzionali, attraverso un metodo piu' parlamentare superando una certa blindatura che c'e' stata finora. Questo non vuol dire bloccare le riforme anzi metterle su un solco piu' fertile". Per il responsabile riforme del Pd, Emanuele Fiano, quello di Renzi e' "un metodo forte, utile, non solo al Pd. L'unita' di questo partito e' quello che ci chiedono i nostri elettori ed e' quello che ha portato a questo risultato storico", sottolinea Fiano: "Questo percorso e' iniziato bene, da Matteo Renzi che, prima a noi e poi all'Assemblea dei Grandi Elettori, dal primo momento ha detto che si parte dal Pd" procedendo poi a "molte consultazioni, sia con gli altri partiti che al nostro interno". E non e' il metodo l'unico elemento che porta Fiano ad escludere che lo 'strappo' al Patto del Nazareno possa avere ripercussioni sulle riforme: "Io sono abbastanza sereno. Prima di tutto perche' al di la' delle increspature nelle riforme c'e' il merito, un merito che va oltre lo schieramento ostile o favorevole: troverei singolare che Berlusconi trovasse nel merito delle riforme elementi contraddittori. Poi, al di la' delle mie analisi il consigliere politico di Forza Italia, Giovanni Toti, ha escluso falli di reazione. Con Ncd, infine, governiamo insieme. Starei tranquillo. Poi, certo, abbiamo altre forze di opposizionecome Lega e M5S". E Sel? "Ci ha fatto molto piacere la convergenza su Mattarella, ma crediamo che manterranno la loro posizione contraria" sulle riforme. "Continueremo a discutere con loro nel merito". (AGI) .Vai sul sito di AGI.it

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