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17:25 25 Ottobre 2014

Cgil in piazza con sinistra Pd "E ora sciopero generale"

(AGI) - Roma, 25 ott. - La manifestazione e' stata "grande" come promesso: la scommessa di Susanna Camusso, per gli organizzatori, e' stata vinta. Nessuna cifra ufficiale ma secondo le loro stime, in piazza a Roma ha sfilato il milione di persone preventivato, quello indicato da un sondaggio alcuni giorni fa. I due cortei sono partiti in anticipo perche' le strade erano piene e la folla premeva: piazza San Giovanni e' stata sommersa dalle bandiere rosse del sindacato. Camusso, che durante il comizio indossava una maglietta bianca con la scritta rossa "Io sono Marta", ha annunciato la prosecuzione della mobilitazione in tutte le sue forme contro le politiche del governo, in nome del lavoro, compreso lo sciopero generale. Matteo Renzi e' stato il bersaglio degli slogan dei cortei e delle critiche di Camusso dal palco: sbagliata la delega sul lavoro e la legge di stabilita', ma anche la riforma della giustizia senza il falso in bilancio, la politica fiscale che non colpisce le grandi ricchezze e non interviene sulle profonde disuguaglianze esistenti nel Paese. Ma sbagliato anche non impostare una vera politica industriale, una politica per lo sviluppo, la formazione, l'innovazione. Camusso ha richiamato parole d'ordine della sinistra: diritti, liberta', dignita', uguaglianza. Gli interventi dei 13 tra lavoratori, studenti, precari, pensionati che l'hanno preceduta, partono con la "Bella ciao" interpretata dai Modena City Ramblers e terminano con la "Bella ciao" tradizionale. Prima pero' le note di "Un'ora sola ti vorrei" (richiamo ironico rivolto al premier) e di un'aria di Puccini eseguita dai 180 coristi e orchestrali dell'Opera di Roma, che hanno appena perso il lavoro. A fianco di Camusso tanti lavoratori e lavoratrici provenienti da tutta Italia ma anche tanti precari e studenti a cui e' stata data la testa del corteo partito da piazza della Repubblica e molto spazio anche sul palco: a tre giovani e' stata affidata la conduzione dal palco. Pochi politici, tutti nomi annunciati nei giorni scorsi: Cuperlo, Damiano, Fassina, Civati, Bindi, Cofferati, Epifani e poi Vendola e Ferrero. Nessuno, tra quelli del Pd pensa che la piazza di oggi voglia spaccare il partito, ma rivendicano il diritto di dire la loro e di chiedere miglioramenti in parlamento a jobs act a manovra. Tutti, tanto i politici quanto i sindacalisti, in primis il leader della Fiom, Maurizio Landini, ritengono che il presidente del Consiglio debba ascoltare le richieste venute dalla piazza e non potra' continuare a governare ignorando il dialogo sociale. Il sindacato, ha detto Camusso, non ha rimpianti per la Sala Verde ma rivendica il confronto e vuole avanzare le sue proposte. Perche' per uscire dalla crisi e ridare un futuro al Paese l'unica strada e' rimettere al centro il lavoro. (AGI) .Vai sul sito di AGI.it

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